I Programmi
I programmi che qui presentiamo sono svolti da tutte le Unità
Operative del Dipartimento di Salute Mentale, o prevedono il loro coinvolgimento
in diversi modi. Sono riconosciuti come attività trasversali a
tutte le componenti organizzative del Dipartimento di Salute Mentale.
In ogni servizio, per il singolo programma, sono individuati uno o due
operatori/operatrici referenti che partecipano ai momenti di incontro
e coordinamento a livello dipartimentale. Questi meccanismi di coordinamento
contribuiscono a creare cultura comune sulle tematiche e miglioramento
continuo di qualità dei programmi stessi.
Alcuni programmi, avviati già nella prima metà degli anni
'80 come aree di interesse comune ai Centri di Salute Mentale, sono stati
definiti con maggior precisione negli anni '90, ricevendo nuovo impulso
dalla nascita dei Distretti. Altri progetti, finalizzati o mirati a obiettivi
temporalmente definiti, possono essere sostenuti in prevalenza da una
o più Unità Operative, o dalla direzione del Dipartimento
di Salute Mentale e dai suoi organi di staff.
- Il presidio distrettuale di salute
mentale
- Il lavoro nel carcere di Trieste
- Il lavoro con i familiari
- Progetto I.E.S.A.
- Programma Budget di salute - Progetto Terapeutico
Abilitativo Personalizzato
- I programmi di auto aiuto
- Progetto Donna Salute Mentale
- Progetto "Stella Polare"
- Progetto "Amalia - Telefono Speciale"
- Progetto "Alzheimer"
- Progetto di laboratorio teatrale e artigianale
"Cassiopea"
- Progetto di laboratorio teatrale "Accademia
della follia"
- Progetto di comunicazione sociale "Radio
Fragola"
Il presidio distrettuale di salute
mentale
Connessa all'approvazione della legge nazionale 328 del 2000 per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, la
regione Friuli Venezia Giulia ha avviato di recente un percorso di rilancio
complessivo del welfare.
In questa linea di sviluppo si è dotata di strumenti legislativi
che vogliono definire e qualifica-re il lavoro dell'integrazione sociosanitaria
(L.R. 23) attivando la partecipazione degli enti locali ai processi programmatori
e di verifica in materia sanitaria, sociale e sociosanitaria.
Con la L.R. 6/2006 per la realizzazione di un sistema integrato di interventi
e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale
ha messo a disposizione risorse per il reddito di cittadinanza che garantisca
pari opportunità a tutti i cittadini della regione.
In linea con le indicazioni regionali e per favorire l'accesso, e per
ampliare la gamma delle risposte, i Centri di Salute Mentale hanno organizzato
presso le sedi distrettuali dei presidi la cui finalità è
anche di lavorare in un'ottica di integrazione di risorse e di servizi
alla persona. Oltre a svolgere attività di consulenza psichiatrica,
dietro richiesta del medico di famiglia o in risposta a segnalazioni,
i presidi intervengono nei casi di persone che hanno difficoltà
a rivolgersi direttamente al Centro di Salute Mentale. È questa
inoltre la sede di coordinamento con i servizi distrettuali per tutte
le "situazioni multiproblematiche" che usufruiscono di programmi
integrati: adolescenti, portatori di handicap, persone in età,
persone con problemi di dipendenza, persone con disturbo psichiatrico
che presentino problemi internistici di una certa rilevanza.
Presentiamo qui di seguito i principali programmi collegati al presidio
distrettuale di salute mentale o che si svolgono nel suo ambito.
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Microaree
Microaree è una sperimentazione avviata nel 2004. Vuole verificare
lo stato di salute dei residenti nelle aree prescelte; la bontà
delle pratiche messe in atto da tutti i soggetti coinvolti a partire dal
medico di medicina Generale; la garanzia del diritto di accesso ai servizi
e del diritto alla salute; l'appropriatezza delle risposte o piuttosto
l'identificazione dello spreco; il rischio di abbandono meglio il rischio
di medicalizzazione che rende malattia ogni condizione umana, il livello
di assunzione di responsabilità di tutti gli attori a partire dagli
operatori sanitari fino al cittadino bisognoso e al suo vicino.
Una sperimentazione che vuole costruire benessere sociale, a partire dalla
partecipazione delle persone, una sperimentazione che chiama in causa
l'Azienda Sanitaria tutta così come da mandato istituzionale.
In sostanza cerca di mettere intorno alle persone tutte le risorse, le
competenze e le opportunità che sono proprie del sistema sanità
e di conseguenza del sistema sociale che con quello sanitario deve integrarsi.
Sinergie ed integrazioni intono alla persona per fare fronte alla assenza
di risposte, ai rinvii, alle discontinuità. Lavorando intorno alla
persona alimenta l'obiettivo di animare territori deserti, produrre aggregazione,
creare continuità.
Punto di riferimento è il distretto, le sue articolazioni e con
esse tutti i servizi dell'Azienda per I Servizi Sanitari: il Centro di
Salute Mentale, l'Unità Operativa del Dipartimento delle Dipendenze,
il Servizio del Dipartimento di prevenzione.
In dettaglio per gli abitanti delle microaree il progetto vuole:
1. Realizzare il massimo di conoscenza sui problemi di salute delle persone
residenti nelle microaree.
2. Ottimizzare gli interventi per la permanenza nel proprio domicilio
ove ottenere tutta l'assistenza necessaria (e contrastare l'istituzionalizzazione).
3. Elevare l'appropriatezza nell'uso dei farmaci.
4. Elevare l'appropriatezza per prestazioni diagnostiche.
5. Elevare l'appropriatezza per prestazioni terapeutiche (curative e riabilitative).
6. Promuovere iniziative di auto-aiuto ed etero-aiuto da parte di non
professionali (costruire comunità).
7. Promuovere la collaborazione di enti, associazioni e organismi profit
e no profit per elevare il benessere della popolazione di riferimento
(mappatura e sviluppo).
8. Realizzare un ottimale coordinamento fra servizi diversi che agiscono
sullo stesso individuo singolo o sulla famiglia.
9. Promuovere equità nell'accesso alle prestazioni (più
qualità per cittadini più vulnerabili).
10. Elevare il livello di qualità della vita quotidiana di persone
a più alta fragilità (per una vita attiva ed indipendente).
Le microaree individuate nel Distretto 1 sono: Cologna (il primo tratto
di Pendice dello Scolgietto e le vie limitrofe verso Via Giulia per 1.200
abitanti) Gretta (parte dell'insediamento ATER attorno a Largo Osoppo
con 1.500 residenti), Roiano (la zona prospiciente Piazza tra i Rivi con
1.200 domiciliati).
Le microaree individuate nel Distretto 2 sono: Ponziana (l'area compresa
tra Via Ponziana e Orlandini con 1.751 persone domiciliate), Vaticano
(l'insediamento ATER di Via dell'Istria con 374 residenti), Cavana (parte
dello storico rione di Cittavecchia per 1.611 abitanti) (
Le microaree individuate nel Distretto 3 sono una parte di Via Valmaura
(un migliaio di abitanti), l'insediamento ATER di Via Grego ("I Puffi",
circa un migliaio di residenti), le zone limitrofe di Piazzale Giarizzole
(1.200 domiciliati). Nel corso del 2006, all'interno del programma Microaree,
verrà inserita anche la località di Zindis.
Le microaree individuata nel Distretto 4 sono l'insediamento ATER di Melara
ed una parte di Via Forlanini dove abitano 2.035 persone e il quadrilatero
che si estende ai lati e sopra la chiesa di Piazzale Gioberti, nelle circoscrizione
di San Giovanni dove abitano 2.404 persone.
I cittadini che risiedono nelle microaree possono rivolgersi al Distretto
di competenza per chiede del referente di microarea.
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Bambini
e adolescenti
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 60 - 040 399 73 50
Fax 040 399 73 63
Operatrici delle singole Unità Operative del Dipartimento di Salute
Mentale costituiscono un gruppo di progetto e di intervento che si coordina
e ricerca l'integrazione con l'équipe distrettuale che si fa carico
dei problemi dei bambini e degli adolescenti. In particolare:
- attiva interventi di prevenzione e sostegno nell'intervento con famiglie
i cui adulti (quasi sempre genitori) sono portatori di disagio o disturbo
mentale;
- partecipa a programmi integrati e di rete, indirizzati a soggetti in
età evolutiva, specie adolescenti con disagio psichico o evidente
disturbo mentale;
- contribuisce a sostenere percorsi che valorizzano la famiglia come risorsa
e ne promuovono il protagonismo.
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Il disagio adolescenziale e giovanile quando assume
la forma dell'esordio psicotico:
intervento precoce per giovani adulti ed adolescenti all'esordio
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 60 – 040 399 73 50
Fax 040 399 73 63
e-mail: dsm@ass1.sanita.fvg.it
Il progetto di prevenzione per il riconoscimento precoce e l'intervento
di rete in soggetti all'esordio psicotico, prevede il coinvolgimento di
tutti gli attori del contesto di vita, i giovani, i loro famigliari e
i servizi. Il progetto si articola attraverso tre azioni:
- Riconoscimento
- Lavoro terapeutico
- Sostegno alla famiglia
Il riconoscimento oltre ad azioni dirette rivolte al/lla giovane all'esordio
è indirizzato anche al personale dei servizi sociosanitari, alle
associazioni ed ai soggetti collettivi della comunità. In particolare
nell'area distrettuale l'Unità Operativa Bambini e Adolescenti,
il consultorio, i MMG. Il coinvolgimento degli operatori del D.d.D. è
quanto mai necessario ed è già ad un buon punto di realizzazione.
La finalità è quella di fornire al gruppo collaborativo
le conoscenze opportune per giungere al riconoscimento dell'episodio di
esordio per procedere alla segnalazione ed al successivo accoglimento
della domanda da parte dei servizi.
Il programma è rivolto ai/lle giovani di età compresa tra
i 16 e 30 anni che hanno sviluppato comportamenti e sintomi che rimandano
all'area della psicosi, o del disturbo grave della personalità
a rischio di psicosi.
La famiglia viene coinvolta immediatamente ed entro 48 ore riceve le informazioni
utili all'evenienza. Con il/la giovane viene programmato un intervento
terapeutico sia individuale che familiare, concordato l'uso del farmaco
antipsicotico secondo le indicazioni delle linee guida ed attivato un
programma terapeutico riabilitativo e/o formativo. Il lavoro terapeutico
con il/la giovane prosegue per almeno sei mesi, l'osservazione almeno
per un anno.
Sia il/la giovane che i familiari sono inviatati a partecipare al gruppo
esordio. Ogni sei mesi il Centro di Salute Mentale attiva un gruppo esordio
rivolto ai/lle ragazzi/ed ai familiari.
Le persone che ritengono di vivere una situazione di disagio che potrebbe
assumere la forma dell'esordio psicotico o i loro familiari sono invitate
a rivolgersi quanto prima al Centro di Salute Mentale competente per territorio
o al Distretto.
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Il disagio adolescenziale e giovanile quando
assume la forma del Disturbo del Comportamento Alimentare
Progetto Donna Salute Mentale
Androna degli Orti 4/B
Tel. 040 771 574 - Cell. 380 479 99 35
e-mail: progettodonna.sm@ass1.sanita.fvg.it
La prevalenza dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) nella
popolazione giovanile, la qualità di vita fortemente compromessa
nei soggetti e nelle famiglie, la mancanza o la scarsa tempestività
di una diagnosi precoce, la difficoltà ad erogare risposte coordinate
e coerenti, e, per contro, la presenza di un ricorso consistente al privato
e l'evidenza di fughe intra ed extra regionali, hanno spinto i servizi
sanitari della ASS n. 1 Triestina ad affrontare il problema dei DCA in
maniera capillare ed integrata.
A tale fine si è costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare
con l'obiettivo di creare una rete che permetta la collaborazione e l'interazione
tra diverse figure professionali afferenti a servizi territoriali dell'ASS
n.1 Triestina di diverso livello e competenza, e tra queste e le altre
agenzie sanitarie e/o sociali coinvolte nella provincia.
Sono state messe a punto linee guida che, a partire dalla complessità
dei disturbi del comportamento alimentare, definisca con sufficiente chiarezza
la tipologia dei servizi coinvolti, le relazioni di rete tra gli stessi,
le modalità di accesso della domanda, le caratteristiche del lavoro
di team e della presa in carico.
Si sono inoltre individuati come importanti obiettivi quelli del coordinamento
della rete con altre aree del disagio degli adolescenti, dei giovani e
delle donne, al fine di attuare strategie d'intervento comuni che possano
favorire percorsi di trasformazione culturale, emancipazione, crescita
individuale e valorizzazione di modelli culturali positivi.
Per le persone con DCA sono già stati definiti i percorsi per l'accoglienza
e del trattamento che vedono il coinvolgimento nel lavoro di progettazione
di tutti i partner della rete territoriale, inclusa la consulenza della
nutrizionista.
Essendo necessario promuovere conoscenze ed informazioni sul tema sono
programmati Interventi di prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare
rivolti prevalentemente ad un target giovanile ed interventi integrativi
di sensibilizzazione ed educazione incentivando iniziative socio-culturale
attinenti al tema.
Le persone che ritengono di vivere una situazione di disagio che potrebbe
assumere la forma del disturbo del comportamento alimentare o i loro familiari
possono rivolgersi al Centro di Salute Mentale competente per territorio,
al Distretto o al Progetto Donna Salute Mentale.
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Persone
con handicap
Segreteria Unità Operativa Abilitazione e Residenze
Via De Pastrovich 1
Tel. 040 399 73 40
Fax 040 399 73 82
Operatori/operatrici delle singole Unità Operative del Dipartimento
di Salute Mentale costituiscono un gruppo di progetto e di intervento
che opera in stretta integrazione con l'équipe distrettuale dedicata.
Il programma intende sviluppare collaborazioni e scambi nella comunità
contribuendo al sostegno di soggetti con handicap psicofisico nell'area
distrettuale, promuovendo interventi di consultazione, programmi specifici
rivolti ai familiari, forme di sostegno nella presa in carico di stati
di crisi collegati a particolari eventi di vita.
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Persone
che invecchiano e che hanno bisogno di aiuto
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 60 - 040 399 73 61
Fax 040 399 73 63
Il programma intende contribuire ad evitare i rischi di istituzionalizzazione
che incombono sulle persone in età, specie se sole, in condizioni
economiche insufficienti, indebolite da problemi di salute fisica e mentale.
Di volta in volta gli operatori/operatrici intervengono nei diversi contesti
promuovendo sia programmi specifici di deistituzionalizzazione presso
le strutture residenziali per persone in età, sia con interventi
di prevenzione.
In ambito distrettuale il programma è finalizzato alla costruzione
di percorsi di sostegno caso per caso, in integrazione con altri servizi,
allo scopo di migliorare:
- i percorsi di cura per le persone in età con disagio psichico;
- il sostegno ai nuclei familiari;
- il programma riabilitativo sia a domicilio che in situazioni residenziali;
- le condizioni abitative e relazionali nelle strutture residenziali.
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Il
Medico di Medicina Generale, "tutor di salute"
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 60 – 040 399 73 50
Fax 040 399 73 63
e-mail: dsm@ass1.sanita.fvg.it
Il programma è stato avviato 10 anni in forma sperimentale, è
oggi, strumento ordinario di lavoro per migliorare le cure sanitarie di
tutti i pazienti, già in carico al Dipartimento di Salute Mentale,
che presentano rilevanti disturbi organici concomitanti al disturbo mentale
(o per persone che, a causa del disturbo mentale, siano portate a trascurare
il proprio stato di salute, o ad essere a loro volta trascurate dai servizi
sanitari). Finalizzato a promuovere interventi integrati con i medici
di medicina generale il programma ha diversi scopi:
- migliorare la qualità delle cure mediche territoriali ed ospedaliere
per le persone affette da disturbo mentale;
- ridurre la frequenza e la durata delle degenze ospedaliere e dei loro
costi;
- abbassare il rischio di disabilità e mortalità derivante
da malpractice nei confronti di persone con disturbo mentale;
- ridurre negli ambienti sanitari lo stigma e il pregiudizio connesso
alla malattia mentale.
- In seguito all'attivazione dei presidi distrettuali di salute mentale
il programma si è ulteriormente arricchito e sviluppato, con l'individuazione
di ulteriori aree di intervento integrato tra Centri di Salute Mentale
e medici di medicina generale:
- presa in carico di situazioni multiproblematiche (adolescenti, persone
con handicap, persone in età, persone con problemi di dipendenza)
che in sede distrettuale verranno affrontate con programmi integrati;
- consulenza e sostegno al medico di medicina generale nel trattamento,
spesso svolto in prima persona, di pazienti portatori di disturbi quali:
sindromi ansiose, stati depressivi, disturbi del sonno, disturbi psicosomatici,
abuso alcolico;
- intervento precoce per persone con problemi psichiatrici mai riconosciuti
prima, all'esordio, e/o che manifestano riserve nel rivolgersi al Centro
di Salute Mentale.
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Miglioramento delle cure per le persone
con disturbi mentali e tossicodipendenza
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via E. Weiss 5
Tel. 040 399 73 60
Segreteria Dipartimento delle Dipendenze
P.le Canestrini 9
Tel. 040 399 74 46 - 040 399 73 67
I problemi di disturbo mentale sono spesso complicati dalla dipendenza
da droga o da alcol, e viceversa: sono queste le ragioni della collaborazione
tra il Dipartimento di Salute Mentale e il Dipartimento delle Dipendenze,
fondata su un principio di reciprocità: un impegno coordinato di
risorse e servizi prestati, insieme alla mutualità del supporto
in particolari situazioni critiche. La collaborazione si realizza nella
messa in comune di risorse e competenze preesistenti nei due servizi (anche
prevedendone l'incremento qualora risultino insufficienti), oltre che
nello sviluppo di nuovi approcci e stili di lavoro. Superando rigidità
e deleghe irrazionali, si instaurano modalità d'intervento basate
sulla vicarianza, sussidiarietà ed interscambiabilità tra
figure professionali equivalenti, appartenenti alle due strutture, in
un'area di confine del disagio psicosociale, in particolare dei giovani.
La collaborazione riguarda più frequentemente:
- diagnosi e prescrizione di terapie farmacologiche;
- capacità di nursing e assistenza intensiva nell'intervento di
crisi (con ricovero nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e/o accoglienza
diurno-notturna nel Centro di Salute Mentale);
- programmi di reintegrazione sociale;
- interventi di sostegno nell'accesso a diritti e opportunità sociali.
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Il lavoro nel carcere di Trieste
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 60
Il servizio, istituito nel lontano 1979, svolge attività di prevenzione
e cura del disagio psichico nel corso della detenzione. In particolare
ha lo scopo di:
- garantire la continuità terapeutica per persone detenute già
in carico ai servizi di salute mentale;
- favorire l'applicazione di misure alternative alla carcerazione (semilibertà,
affidamento, lavoro esterno);
- evitare l'invio all'ospedale psichiatrico giudiziario (OPG).
Va sottolineato che l'azione dei servizi territoriali non è limitata
alla sola prestazione specialistica o di consulenza, ma è rivolta
a rispondere ai bisogni espressi dai detenuti portatori di disagio o disturbo
mentale svolgendo le seguenti attività:
- interventi sulla situazione ambientale detentiva, cercando di coinvolgere
nel processo terapeutico l'organizzazione carceraria e giudiziaria;
- aiuto nel provvedere all'assistenza legale;
- aiuto economico;
- contatti con i familiari;
- avvio delle persone a programmi di abilitazione e sostegno, sia durante
che dopo la detenzione: percorsi di formazione e lavoro, promozione annuale
di attività culturali e di un laboratorio teatrale (cfr. Politecnico
- Centro Diurno).
Il servizio in carcere può inoltre suggerire al magistrato, se
opportuna, la concessione degli arresti domiciliari presso i Centri di
Salute Mentale: un'alternativa che si è dimostrata preziosa al
fine di attivare programmi terapeutico - riabilitativi, e per evitare
il ricovero in OPG (negli ultimi vent'anni la presenza media di cittadini
della provincia di Trieste in OPG non ha mai superato il valore medio
dello 0,5 per anno).
Il programma si avvale della collaborazione con diversi servizi sociosanitari
e assistenziali (servizio sociale adulti, servizi per i minori, servizi
sociali del Comune di Trieste) e associazioni di volontariato. L'attività
di riabilitazione e reinserimento sociale coinvolge, oltre agli operatori/operatrici
dei Centri di Salute Mentale, anche il Consorzio delle cooperative sociali
e il Dipartimento delle dipendenze, che svolge un suo specifico programma
d'intervento in carcere.
Il 22 novembre 1999 il decreto legislativo di "Riordino della medicina
penitenziaria" ha stabilito che i detenuti, al pari dei cittadini
in stato di libertà, hanno diritto all'erogazione di interventi
di "prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione previsti nei livelli
essenziali e uniformi di assistenza individuati nei Piani Sanitari".
In un decreto successivo, del 21 aprile 2000, sottoscritto congiuntamente
dal Ministero della Salute e dal Ministero di Giustizia, è stato
approvato il Progetto Obiettivo Salute Mentale in ambito penitenziario
nel quale il Dipartimento di Salute Mentale viene individuato come struttura
adeguata ad assicurare la tutela e la promozione della salute mentale
dei detenuti, affinché possano usufruire di tutte le possibilità
di cura e riabilitazione garantite dai servizi sul territorio. È
stato in tal modo confermato il lavoro ventennale svolto dal Dipartimento
di Salute Mentale di Trieste e, nel luglio 2003, l'Azienda sanitaria e
la direzione della Casa Circondariale hanno aggiornato la convenzione.
Nel corso del 2005, gli operatori/operatrici dedicati nei Centri di Salute
Mentale all'attività in Carcere hanno garantito la continuità
terapeutica nei confronti di 31 persone con disturbo psichico, detenute
o carcerate, per un totale di 91 visite.
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Il
lavoro con i familiari
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 74 69
Fax 040 399 73 63
e-mail: dsm@ass1.sanita.fvg.it
È stato avviato nel 1987 per discutere ed affrontare, attraverso
programmi strutturati e cicli di incontri, i problemi emozionali e le
difficoltà di organizzazione della vita quotidiana sperimentate
dai familiari nella convivenza con un parente che soffre di gravi disturbi
mentali.
Gli scopi del programma sono:
- migliorare le conoscenze intorno al disagio e disturbo mentale;
- favorire il confronto sulle credenze, sull'immaginario e su quanto di
irrazionale è talvolta connesso all'esperienza del rapporto con
chi soffre di disturbi mentali;
- creare occasioni di confronto e di discussione al fine di migliorare
il rapporto e la comunicazione tra famiglie e servizi, introducendo graduali
piccoli cambiamenti.
Oltre alle attività svolte da ciascuna Unità Operativa,
ogni anno il Dipartimento di Salute Mentale predispone un programma informativo
di dieci incontri tematici, a cadenza settimanale, condotti da operatori/operatrici
dei servizi e rivolti a gruppi estesi di familiari provenienti dalle diverse
aree territoriali (più edizioni dello stesso programma vengono
di seguito ripetute). Gli incontri sono orientati alla riflessione, all'approfondimento
e all'autoaiuto; la partecipazione dei genitori è considerata importante
per il miglior esito del lavoro terapeutico - riabilitativo. Nel corso
degli incontri vengono proposti questionari di valutazione e autovalutazione,
oltre che materiali informativi.
Di norma i programmi sono riservati ai genitori, ma in via eccezionale
possono coinvolgere altri membri della famiglia. Di recente ha preso avvio
un ulteriore programma a carattere intensivo, che coinvolge i genitori
di giovani all'esordio della malattia. I familiari che hanno frequentato
i corsi, o che comunque lo ritengono utile, vengono presentati al gruppo
di autoaiuto "Noi insieme".
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Progetto I.E.S.A. - Inserimento Eterofamiliare
Supportato per Adulti
Direzione Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss,5
Tel. 0403997469
e-mail: infermieristico.dsm@ass1.sanita.fvg.it
Il programma I.E.S.A. si propone di inserire persone adulte seguite
dai servizi di salute mentale, in nuclei familiari "altri" da
quelli di origine. Tale pratica si basa su una tradizione pluricentenaria
nata da una leggenda ambientata nel VII secolo d.c. a Geel (Belgio) dove
i pellegrini venivano ospitati nelle abitazioni delle famiglie del luogo.
A tutt'oggi in molte realtà nazionali ed internazionali è
una forma di accoglienza molto diffusa. A Trieste il progetto è
operativo dal gennaio 2006.
Esso vuole essere uno strumento per costruire nuove relazioni sociali
e per promuovere l'integrazione delle persone in difficoltà, la
partecipazione della comunità ai percorsi di salute e la costruzione
di una nuova cultura dell'inclusione.
Operativamente tutto il progetto è regolamentato da precise linee
guida che definiscono, tra l'altro, i soggetti per i quali è previsto
lo I.E.S.A., le caratteristiche delle famiglie ospitanti, le modalità
di rimborso spese per l'ospitalità, la copertura assicurativa in
favore dell'ospite e della famiglia.
Alla famiglia ospitante non si chiede di essere un operatore professionale
ma di esprimere il potenziale affettivo che possiede naturalmente, mettendolo
a disposizione della persona accolta
Il nucleo familiare viene selezionato tramite colloquio non strutturato
con l'equipe IESA e reso idoneo da un percorso formativo.
Durante tutto il periodo dell'inserimento la persona e la famiglia vengono
supportati ed aiutati dalla equipe multidisciplinare di riferimento.
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Programma Budget di salute– Progetto
Terapeutico Abilitativo Personalizzato
"Cantieri Sociali" - Padiglione M
Via De Pastrovich 1
Tel. 040 399 73 40
Fax 040 399 73 82
e-mail: segr.sar@ass1.sanita.fvg.it
I budget di salute - Progetti Terapeutico Abilitativi Personalizzati
- interessano le persone in contatto con i Centri di Salute Mentale che
necessitano di un programma abilitativo individualizzato per il raggiungimento
della possibilità-capacità di fruire del pieno diritto di
cittadinanza, come ad esempio la salute, l'abitare, l'istruzione, la formazione,
le relazioni sociali, il lavoro).
In particolare i progetti vedranno protagonisti soggetti con le caratteristiche
delle persone con bisogni complessi:
Di norma il budget di salute - Progetto Terapeutico Abilitativo Personalizzato
- interessa la persona per un periodo di massimo 48 mesi, prevedendo anche
il passaggio da un programma abilitativo ad un altro e/o la conclusione
del programma stesso. Nei confronti di quanti siano portatori di particolari
difficoltà personali e sociali il budget di salute può estendersi
nel tempo e a periodi successivi, prevedendo tuttavia la trasformazione
degli obiettivi e lo sviluppo di nuove attività.
La realizzazione del progetto personalizzato si avvale di interventi integrati
(servizi di salute mentale, distretti, servizi sociali) e le risorse della
comunità (volontariato, cooperazione sociale, associazionismo,
famiglie) collegandoli quanto più possibile al naturale contesto
familiare, ambientale e sociale della persona. I progetti personalizzati
indicano: la natura del bisogno, i risultati attesi, l'articolazione degli
interventi, le risorse necessarie, le responsabilità professionali
e di servizio, i tempi e le modalità di verifica. L'obiettivo dei
budget di salute è quello di acquisire, da parte dei cittadini
coinvolti, ruolo e potere sociale, un maggior grado di benessere ed autonomia
nell'abitare, nella vita di relazione e nella vita sociale, attraverso
l'acquisizione di abilità e competenze, nella partecipazione ad
attività finalizzate, nell'accesso e nella fruizione dei diritti
di cittadinanza.
I Progetti Terapeutico Abilitativi Personalizzati intervengono contemporaneamente
su tre assi che costituiscono le basi del funzionamento sociale degli
individui, ovverosia i supporti sociali indispensabili per essere a pieno
titolo un soggetto dotato di potere contrattuale: la casa, il lavoro,
la socialità. Il budget di salute è, infatti, volto al mantenimento,
costruzione e ricostruzione dell'habitat sociale, delle abilità
individuali attraverso formazione ed opportunità lavorative, alla
promozione del sostegno alla acquisizione/riacquisizione dei legami interumani
e sociali.
L'attivazione dei momenti di verifica e di valutazione risulta la condizione
necessaria per il corretto svolgimento del Progetto Terapeutico Abilitativi
Personalizzato in quanto permette di stabilire l'adeguatezza e la consistenza
delle attività operative svolte dal partner e conseguentemente
calibrare gli obiettivi, le azioni e le modalità operative predisposte.
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I programmi di autoaiuto
Via delle Beccherie 14/b
Tel. 040 365 687
Fax 040 347 36 76
e-mail: clubzyp@virgilio.it
e-mail: polisportiva@hotmail.com
Negli ultimi dieci anni si sono sviluppati molti programmi per l'informazione
e l'organizzazione di forme di autoaiuto tra utenti dei servizi, che raccolgono
uomini e donne in club o con formule associative diverse. Ai gruppi fanno
riferimento persone - soprattutto giovani - che hanno vissuto o stanno
vivendo esperienze personali, familiari e sociali particolarmente difficili,
e che quindi possono trarre notevoli vantaggi da nuove forme di solidarietà
e convivenza all'interno di gruppi di aggregazione. La finalità
dei gruppi è soprattutto quella di riscoprire il senso della partecipazione,
uscire dall'isolamento e comprendere la dimensione sociale del problema
psichiatrico.
Ogni gruppo è composto da persone di varia provenienza, che insieme
sperimentano forme innovative di volontariato e solidarietà sociale,
attivando laboratori musicali, letterari, ecologici e sportivi. Ogni anno
i gruppi di autoaiuto organizzano corsi di formazione, cicli di incontri
per migliorare la consapevolezza dei propri problemi, ma anche dei propri
diritti, al fine di accrescere potere e capacità contrattuale nelle
relazioni. Spesso vengono attivati gruppi specifici quali "uditori
di voci" e "laboratori di scrittura". Accanto a queste
attività, specie negli ultimi anni, si è sviluppata ed ha
assunto un ruolo di particolare rilievo nel tessuto cittadino l'attività
sportiva (vedi in seguito Progetto Donna Salute Mentale e nella sezione
Associazioni "Club Zyp", Polisportiva "Fuoric'entro",
"Cagipota - Kazipot" e "Luna e l'Altra").
Progetto
Donna Salute Mentale
Androna degli Orti 4/B
Tel. 040 368 780
e-mail: progettodonna.sm@ass1.sanita.fvg.it
Svolge attività di prevenzione del disagio psichico, e più
in generale di promozione della salute per le donne, con un'attenzione
specifica per le donne a rischio. Gli interventi riguardano condizioni
e situazioni problematiche che, più di altre, necessitano di risposte
articolate: aree di confine fra diversi discipline, in cui le competenze
messe a disposizione provengono da servizi diversi, e in cui vengono utilizzate,
ogni volta che è possibile, le risorse informali e auto - organizzate
del territorio (associazioni, gruppi di donne).
Nel lavoro integrato tra servizi, il progetto "Donna Salute Mentale"
affianca il consultorio familiare nell'affrontare aree critiche di particolare
fragilità quali:
- passaggi fisiologici nell'arco della vita della donna (adolescenza,
gravidanza a rischio, interruzione di gravidanza, diritto di scelta della
maternità per le donne con disturbo psichico, menopausa, problemi
delle donne in età);
- situazioni e contesti di difficile accesso ai diritti di cittadinanza
(migrazione, prostituzione, sofferenza mentale) (cfr. in seguito, progetto
"Stella Polare");
- attivazione di interventi e percorsi terapeutici specifici (disturbi
del comportamento alimentare; stati di grave disagio dovuto a lutti/separazioni;
violenza subita, fisica e psicologica; carcere; carico familiare per le
donne in relazione a disturbi mentali e malattie terminali).
Attorno a questi problemi nascono gruppi di lavoro formati da operatrici
delle diverse Unità Operative del Dipartimento di Salute Mentale
che elaborano riflessioni, culture, progetti e pratiche da integrare con
il Consultorio e con altri soggetti, ponendo l'accento sulla salute piuttosto
che sulla malattia, offrendo sostegno e servizi. Lo scopo è di
offrire ad ogni donna possibilità di riconoscimento e consapevolezza
della propria storia, contrastando la medicalizzazione dei bisogni e costruendo
possibili percorsi di uscita dal disagio e dalla sofferenza.
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Progetto "Stella Polare"
Androna degli Orti 4/B
presso il Consultorio familiare, Distretto 2
Tel. 040 348 13 66
Cell. 339 858 77 43
Fax 040 348 43 16
e-mail: stellapolare.trieste@iol.it
orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 14
"Progetto contro la tratta" con il numero verde 800 290 290
È un programma di interventi in favore di donne straniere soggette
a violenza e sfruttamento sessuale, predisposto per le finalità
individuate dall'art. 18 della legge sull'immigrazione ("protezione
sociale" di persone vittime della tratta e sfruttamento a scopo sessuale),
finanziato dal Dipartimento delle pari opportunità presso la Presidenza
del consiglio dei ministri. Il progetto è realizzato dal Comitato
per i diritti civili delle prostitute, in collaborazione con l'Azienda
sanitaria e con il Comune di Trieste.
L'obiettivo principale è affrancare le prostitute straniere da
qualsiasi coercizione, favorendo l'emergere di condizioni di violenza
e sfruttamento altrimenti non denunciate, fornendo assistenza alle donne
straniere coinvolte nella prostituzione di strada, o comunque vittime
di violenza e sfruttamento, attraverso interventi di ordine sanitario,
psicologico, giuridico e relazionale che, nel loro articolarsi e svolgersi,
definiscono quello che va sotto il nome di programma di protezione sociale.
L'organizzazione e la gestione dei programmi di protezione sociale è
assicurata dall'équipe predisposta dal "Comitato per i diritti
civili delle prostitute", formata da una responsabile, due educatrici
e una mediatrice culturale. L'équipe si avvale, a secondo delle
necessità, della collaborazione di operatrici e operatori/operatrici
dei servizi sanitari e sociali.
Le attività svolte per le donne vittime della tratta sono:
- inserimento in strutture delle donne che vogliono intraprendere un percorso
di fuoriuscita dalla prostituzione;
- supporto nell'accesso ai servizi sanitari e sociali presenti sul territorio,
con l'individuazione, nei diversi presidi, di operatrici di riferimento
disponibili ad affrontare queste tematiche;
- realizzazione di percorsi individualizzati per la formazione, l'orientamento
e il progressivo inserimento lavorativo, utilizzando borse di formazione/
lavoro messe a disposizione dal Dipartimento di Salute Mentale (3 all'anno)
e dal Comune di Trieste;
- prevenzione della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili
e delle interruzioni di gravidanza, promuovendo metodi contraccettivi
non solo per le donne inserite nei progetti ma, attraverso un lavoro di
strada, anche nei confronti delle donne che non aderiscono a programmi
più articolati. Le attività di strada, svolte in collaborazione
con operatrici dei servizi sanitari, avvicinano le donne in modo informale
sul luogo di lavoro, permettendo un'informazione allargata molto utile
ed efficace ai fini della prevenzione;
- organizzazione di incontri con la cittadinanza per informare e discutere
sul fenomeno della prostituzione, favorire la reciproca comprensione,
combattere il razzismo e l'esclusione di cui le donne sono spesso vittime.
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 Progetto
"Amalia - Telefono Speciale"
Tel. 800 846 079 (numero verde)
A Trieste esiste una popolazione molto anziana che vive in condizioni
di solitudine e isolamento sociale; in tutta la regione si è sempre
registrata un'elevata incidenza di suicidi, decisamente al disopra della
media nazionale (dal 1986 al 1996 più di 22/100.000) e più
vicina ai tassi delle regioni mitteleuropee. Perciò il Dipartimento
di Salute Mentale, l'Azienda Sanitaria, il Comune e una società
privata di servizi (Televita srl ) hanno avviato, nel 1996, un programma
di prevenzione finalizzato a ridurre l'isolamento sociale della popolazione
anziana e a prevenire il comportamento suicidario.
Il Progetto "Telefono speciale" contempla l'attivazione di un
punto d'ascolto per il monitoraggio telefonico delle necessità
espresse dai soggetti a rischio (Telefono verde - 800 510510 - attivo
24 ore al giorno, collegato alla rete dei servizi sociali). Inoltre, per
promuovere una diversa attenzione e sensibilità sugli interventi
da compiere, si è costituita un'équipe multidisciplinare
per l'attivazione di "sensori diffusi", composta da associazioni,
rappresentanti del volontariato e dei mass media. Nell'ambito del programma
si realizzano campagne informative: interventi sulla stampa locale, manifesti,
programmi di informazione presso particolari fasce di cittadini e categorie
professionali. Si è anche attivato un osservatorio che, in stretto
contatto con le altre agenzie, fornisce mensilmente il monitoraggio dei
suicidi; i primi dati raccolti mostrano che l'incidenza del suicidio si
è ridotta negli ultimi 7 anni, mantenendosi al di sotto del 18/100.000.
In stretta integrazione con "Telefono speciale", il progetto
"Amalia" nasce allo scopo di combattere e ridurre l'isolamento
sociale e la solitudine delle persone in età, in una città
nella quale non è raro il fenomeno delle morti solitarie.
Le finalità del progetto sono:
- stimolare la socializzazione delle persone in età e sole, promuovendo
forme dirette di sostegno o ricostruendo reti di relazioni e scambi comunicativi
(attivazione di "club Amalia"; organizzazione di eventi, incontri
e feste);
- favorire l'integrazione delle risorse centrate sulla persona attraverso
la collaborazione tra le varie agenzie che si occupano delle persone in
età;
- attivare e coinvolgere le associazioni, il volontariato, i mass media
in un'azione di sensibilizzazione sul tema.
Le persone in età sole vengono incluse nel programma dietro richiesta,
spesso consigliate da familiari, operatori/operatrici dei servizi o semplici
conoscenti. Quotidianamente un gruppo d'operatori/operatrici della società
Televita, formati allo scopo, contatta telefonicamente la persona valutando
le condizioni di salute ed eventuali bisogni, e attiva le risposte possibili
(interventi di volontari/volontarie a domicilio per il disbrigo di piccole
pratiche e attività della vita quotidiana; coinvolgimento dei medici
di medicina generale per verificare l'assunzione di farmaci; attivazione
di farmacie per il recapito dei farmaci a domicilio; ecc.). Dopo cinque
anni di lavoro, al 31 dicembre 2004 erano 2.344 le donne e gli uomini
in età seguiti dal programma; le morti solitarie sono diminuite
sensibilmente: dalle 19 del 1999 alle 7 del 2005.
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Progetto "Alzheimer"
Segreteria Dipartimento di Salute Mentale
Via Weiss 5
Tel. 040 399 73 50
Fax 040 399 73 63
Con il progetto intitolato: "Può una rete centrata sul sostegno
ai familiari ridurre le conseguenze della malattia di Alzheimer? ",
l'Azienda sanitaria intende costruire una rete integrata di servizi che,
facendo leva sui Distretti, possa fornire ai pazienti e ai loro familiari
i riferimenti necessari per tutte le problematiche relative a questa grave
malattia. Una particolare attenzione viene posta nell'attivare corsi di
formazione, prima per gli operatori/operatrici e successivamente per i
familiari e i caregivers (coloro che si prendono cura). Materiali informativi
vengono elaborati e diffusi.
Lo scopo è di promuovere il massimo sforzo per sostenere i familiari
e/o i caregivers di una persona affetta da malattia di Alzheimer; la convinzione
è infatti che una rete centrata sul sostegno a coloro che si prendono
cura possa ridurre le conseguenze della demenza. Oltre ai Distretti, collaborano
al progetto i Medici di Medicina Generale, il Dipartimento di Salute Mentale
e la Clinica Psichiatrica; partecipano inoltre a diverso titolo i Servizi
Sociali del Comune e alcune associazioni di cittadini, in particolare
la "Fondazione de Banfield", già attiva nel settore.
In quanto progetto sperimentale, di ricerca/intervento, il programma è
stato finanziato per tre anni da un apposito contributo del Ministero
della Salute.
Attualmente presso ogni sede distrettuale è stato attivato lo sportello
tramite cui accedere alla rete integrata di sevizi che l'ASS N. 1 Triestina
mette in campo per sostenere i pazienti ed i loro familiari.
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Progetto di laboratorio teatrale e artigianale
"Cassiopea"
Via De Pastrovich 1
Tel. 040 302 556
e-mail: info@cassiopeateatro.it
http://www.cassiopeateatro.it
Attivato nel 2001, il gruppo teatrale è nato dal progetto di
formazione per donne con disagio e/o disturbo psichico "Di passaggio"
ed ha portato in scena, partecipando a iniziative sul territorio nazionale,
due spettacoli: "Di passaggio" e "Il circo delle donne".
Ha avviato anche l'attività del "Laboratorio di espressione
corporea e teatrale", coinvolgendo cittadine di Trieste e donne utenti
dei servizi di salute mentale, con lo scopo di stimolare la riscoperta
e la valorizzazione nelle donne della propria immagine corporea, e del
proprio essere.
Altra attività svolta dal gruppo teatrale, che si sta costituendo
in cooperativa, è quella artigianale di sartoria e costumistica
teatrale che vede attivamente coinvolte donne utenti.
Collabora con un gruppo di donne utenti dei servizi di salute mentale
al "Laboratorio teatrale", presso il Parco di S. Osvaldo, compreso
nella Manifestazione "Arte/Follia" (patrocinata dal Comune di
Udine, il Dipartimento di Salute Mentale di Udine e il Centro di Teatro
Sperimentale di Udine).
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Progetto di laboratorio teatrale
"Accademia della follia"
c/o Politecnico
Pad. M
Via G. Pastrovich, 1
Tel. 040 399 73 46
Casetta H Via Bottacin 5
Tel. 040 399 73 45
Fax 0541 622 211
e-mail: cinziaquintiliani@libero.it
http://www.accademiadellafollia.it
L'Accademia della Follia è un'esperienza di Teatro assolutamente
originale, formata da matti di mestiere e attori per vocazione. Nasce
nel 1976 nell'ambito dell'esperienza basagliana, dove la pratica dell'istituzione
negata si articola oggi nell'Impresa Sociale.
In questi anni la Compagnia ha prodotto più di 50 spettacoli, ha
organizzato convegni e realizzato corto e lungometraggi, video e inchieste,
le più importanti in collaborazione con RAI 3 nazionale.
E' spazio aperto all'ospitalità di matt-attori dell'Accademia e
altri, che condividono pratiche artistiche e progetti esistenziali, percorsi
di vita, di trasformazione del quotidiano, dei modi di sentire e di vivere
la sofferenza - tratti di cammino; sperimentazioni nell'unità di
un tempo condiviso; partenze e ritorni; storie di vita; conoscenze; esperienze,
pratiche e teoriche, e tecniche; metodo di lavoro e ricerca teatrale;
qualità dei percorsi e dei prodotti; fucina di idee.
E' luogo da inventare per vivere, da vivere per inventare. E' polifonia
di identità per una cultura in cui l'intelligenza disconosciuta
e diffusa delle persone possa progettare una valorizzazione della comune
differenza.
E' ricerca di una comunanza in questa specificità per una cultura
del prendersi cura di sé stessi, dei luoghi, del teatro, degli
altri. E' accogliere, ascoltare, raccontare; narrare le possibilità
dell'uomo di esistere e produrre in sinergia con la propria diversità,
narrarsi, rappresentare per agire.
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Progetto di comunicazione sociale "Radio
Fragola"
Via De Pastrovich 1
Tel./Fax 040 546 59
http://www.radiofragola.com
È una radio attiva a San Giovanni dal 1984, accreditata dal Dipartimento
di Salute Mentale. Nell'ambito di programmi di comunicazione sociale e
di prevenzione, spazi radiofonici sono utilizzati con continuità
per promuovere campagne contro lo stigma e l'emarginazione sociale, raccogliendo
testimonianze dirette e stimolando il protagonismo delle persone che collaborano.
In quanto facente parte della cooperativa sociale "La Piazzetta",
promuove percorsi di inserimento e socializzazione per giovani provenienti
dall'area del disagio.
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