|
||||
Guida
ai servizi: Mappa | Azienda Sanitaria | Dipartimento di Salute Mentale | Unità Operative | Programmi | Associazioni | Cooperative |
||||
|
Direzione DSM, Via E. Weiss, 5 Ufficio di segreteria Ufficio di gestione e coordinamento del personale Ufficio coordinamento attività formative |
Ufficio protocollo dell'utenza e del personale Ufficio contabilità analitica e per centri di costo Ufficio sistema informativo Fotocopie e guardiania Servizio religioso |
Oltre che dagli organi di staff, il Dipartimento di Salute Mentale di Trieste è costituito dalle seguenti Unità Operative:
Le risorse umane disponibili presso le Unità Operative (dicembre
2005) sono costituite da 248 unità, così distribuite fra
i diversi ruoli professionali: 28 psichiatri e psichiatre (di cui 4 universitari),
9 psicologi e psicologhe, 9 responsabili infermieristiche, 141 infermieri
e infermiere, 9 assistenti sociali, 27 operatori/operatrici socio-sanitari
(OSS), 9 tecnici e tecniche della riabilitazione, nonché dal personale
amministrativo ed ausiliario (17 persone). A queste risorse va aggiunto
un numero variabile da 20 a 40 soci/e di cooperative sociali, educatori
ed educatrici che gestiscono alcune residenze e i programmi riabilitativi
ad esse collegati (budget di salute). Infine tirocinanti e volontari/volontarie,
spesso provenienti da altre città, regioni e paesi.
Per quanto riguarda le risorse organizzative, il Dipartimento di Salute
Mentale si avvale di servizi di base esternalizzati (lavanderia, mensa,
pulizie, manutenzione del verde, trasporti), forniti da cooperative sociali
accreditate (di tipo B). Ogni Centro di Salute Mentale dispone di un servizio
mensa per l'utenza, al proprio interno o presso trattorie convenzionate,
e mediamente di 4 autovetture (25 in tutto nel Dipartimento di Salute
Mentale), necessarie a svolgere interventi d'urgenza, visite domiciliari,
attività ricreative, interventi di accompagnamento dell'utenza.
Nella valutazione delle risorse economiche, di cui dispone il Dipartimento
di Salute Mentale, occorre menzionare il fatto che nel 2005 il costo globale
è stato di 16.057.739 € (circa 31 miliardi di lire). Di questi,
734.182 € sono stati spesi in attività extra-cliniche: erogazione
di borse di lavoro, assegni d'integrazione sociale, attività ricreative,
attività formative, sostegno a cooperative sociali ed associazioni
di autoaiuto.
Per accedere ai servizi di salute mentale di Trieste non sono necessarie
particolari procedure: la richiesta può essere posta direttamente
dalla persona interessata e/o da terzi coinvolti (congiunti e familiari,
parenti, amici, vicini di casa, persone a vario titolo coinvolte) al Centro
di Salute Mentale competente territorialmente (vedi nella sezione Unità
Operative: Centri di Salute Mentale).
In ogni Centro di Salute Mentale funziona un "bancone" di accoglienza
della domanda.
L'intervento si svolge nel rispetto dei diritti di riservatezza e privacy
dell'utente primario; quando sono altri a formulare la richiesta, ogni
tentativo viene intrapreso affinché sia la persona che manifesta
il disagio o il problema ad esprimere la domanda di aiuto al servizio.
In questo senso è importante che anche i familiari vengano indirizzati,
tramite il medico curante, verso i più opportuni sforzi per coinvolgere
l'utente primario nel dare il proprio consenso e la propria adesione,
in modo da non compromettere la relazione di fiducia che occorre instaurare
fin dal primo incontro.
Le modalità di contatto sono le seguenti:
Il primo contatto può avvenire anche in sedi diverse da quella
del Centro di Salute Mentale: presso il Distretto, a domicilio, o presso
altre agenzie, istituzioni o strutture sociosanitarie. L'arrivo al Centro
di Salute Mentale tramite il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
riguarda esclusivamente persone la cui domanda - generalmente d'urgenza
o d'emergenza - sia pervenuta alle strutture di pronto soccorso dell'ospedale.
Non ci sono liste d'attesa e il primo colloquio avviene di solito entro
le 24 ore successive alla richiesta. La domanda è accolta dal personale
in servizio e la prima valutazione, dopo il colloquio iniziale, è
svolta dallo/dalla psichiatra o psicologo/a, in collaborazione con altri
membri dell'équipe (infermieri/e, assistenti sociali).
Nel corso del primo contatto si prendono in considerazione gli aspetti
problematici per come vengono presentati, si valuta l'opportunità
e la consistenza del progetto di presa in carico, vengono specificate
le eventuali modalità di prosecuzione del rapporto. La risposta
e il programma terapeutico sono in genere commisurati ai problemi e ai
particolari bisogni dei soggetti coinvolti: in questo senso la scelta
del servizio è di offrire il più possibile interventi personalizzati,
non standardizzati. Per accedere al primo colloquio non è attualmente
necessario pagare il ticket sulle prestazioni sanitarie.
Il regolamento del Dipartimento di Salute Mentale, approvato nel dicembre 1995, ha inteso ribadire la questione dei diritti delle persone che ricorrono ai servizi di salute mentale proponendo all'art. 16 una "Carta dei diritti degli utenti" che qui riportiamo. Non sembri una inutile ripetizione, una lista ridondante di diritti già sanciti dalla costituzione, dato che sono scarsamente godibili nella realtà per le persone che soffrono di disturbi mentali. Proprio nel sottolineare la "debolezza dei diritti", la Carta vincola e impegna i servizi - e cioè tutti gli operatori/operatrici del Dipartimento di Salute Mentale - a costruire percorsi di garanzia del loro costante, quotidiano esercizio.
«... in particolare deve essere garantito l'accesso ai seguenti
diritti:
- diritto di libera espressione, in ogni sede, in ogni ambito
- diritto al rispetto delle proprie convinzioni morali, religiose, politiche
- diritto al rispetto delle proprie scelte sessuali
- diritto di comunicare con chiunque, in qualunque momento
- diritto di vedere riconosciute, ricercate e rafforzate le proprie abilità,
e non semplicemente evidenziate le difficoltà e le disabilità
- diritto di essere informati su qualsiasi trattamento, e coinvolti nelle
decisioni che possono essere legate alla propria salute e alla propria
vita
- diritto a non subire azioni lesive della propria integrità fisica
e della propria dignità (in particolare qualsiasi mezzo di contenzione
fisica)
- diritto di vedere soddisfatti i bisogni elementari e di essere sostenuti
nella ricerca di risposte a bisogni di emancipazione
- diritto di scelta dell'équipe curante e, nell'ambito di questa,
delle singole figure professionali
- diritto di associarsi
- diritto di decidere che ogni atto di cura/manipolazione del corpo sia
fatto da operatori/operatrici dello stesso sesso»